mercoledì 30 agosto 2017

NARRAZIONE INTORNO AD UN RESTAURO : statue devozionali

Vi capita mai di destreggiarvi tra strade cittadine, fermate di autobus o metro familiarizzando con nomi e cognomi (di vie)che entrano a far parte così tanto della nostra quotidianità da non farci domande (vuoi per mancanza di tempo o peggio per assenza di curiosità) su chi siano stati o abbiano fatto questi nomi e cognomi?
A me è successo recentemente, trovandomi un giorno a far ricerche in materia di statue devozionali … per lavoro e per passione … di notare casualmente come la mia quotidianità si sia incontrata con la mia ricerca: quel nome infatti,  che ogni giorno da pochi mesi a questa parte sentivo ripetermi con una certa frequenza per mezzo di una voce registrata che, passata la rotatoria dopo il negozio di articoli sportivi a destra e quello di telefonia sulla sinistra, diceva: “prossima fermata Lipparini” … ha assunto un’altra valenza  … ascoltando ciò io, in maniera del tutto automatica, giorno dopo giorno, mi alzavo dal posto a sedere e, preparandomi per la discesa, pigiavo il pulsante di stop-fermata prenotata.
Il caso ha sempre suscitato in me un certo fascino, soprattutto quando questo mi mette davanti a curiosi incontri che sembrano tutto fuorché semplici casualità, perché così fortemente attinenti con ciò che (per lo meno in questo caso specifico) stavo ricercando; ciò trasmette al mio animo (romantico) quel senso di appartenenza a quella rete di connessioni che tessono all’interno del nostro percorso personale quella strada invisibile che siamo (chissà?) chiamati a percorrere.

Comunque la  via Lipparini in questione si scoprirà in seguito non essere intitolata a Giovanni Lipparini, scultore bolognese di statue devozionali vissuto dal 1750 al 1788, ma a tale Amedeo Lipparini classe 1915 (altro Lipparini, altra storia) … ma son dettagli che, ai fini di questa breve e quotidiana storia, finalizzata al racconto di un restauro, passano in secondo piano rispetto al romanticismo delle connessioni, o no?




SACRO CUORE DI GESU'



SANTA RITA





SAN VINCENZO FERRERI




SAN ANTONIO ABATE








Approfondimenti:
storia della cartapesta + scuola Leccese e Bolognese

Tra le quattro statue una ha destato la mia curiosità ... forse perchè a me meno nota San Vincenzo Ferreri detto anche l'angelo dell'apocalisse ... molte sono le sue rappresentazioni


Gli elementi caratterizzanti sono :

  • l'abito domenicano (saio bianco e mantello nero)
  • l'indice della mano rivolto verso il cielo
  • la fiamma dello spirito santo ardente sul capo
  • il libro della Bibbia aperto al versetto di  Ap, 14,7 "Timete Deum et date illi honorem quia hora judici eius" (temete Dio e dategli onore poiché è giunta l'ora del giudizio)
  • talvolta è raffigurato come l' angelo dell'apocalisse, quindi è dotato di ali e tromba 







domenica 23 luglio 2017

Pistorium pistorienses pistorini

Ebbene sì, sembrerebbe che la parola francese "bistouri" italianizzata in bisturi in realtà, etimologicamente parlando, sia di origine italiana e non francese, essa infatti deriverebbe da "Pistorium", nome latino di Pistoia, città che nel medioevo ospitava una famosa fabbrica di coltelli in acciaio nobilissimo detti appunto "pistorienses" (=pistoiesi) da cui l'antico nome "pistorini" (nome poi storpiato in "bisturini") che solo successivamente i francesi tradussero in "bistouri"






Tutto inizia dall'antico "Ospedale del Ceppo" (XIII secolo - fondato dalla compagni di S. Maria o del Ceppo dei poveri ) esso divenne l'ospedale principale della città durante l'epidemia di peste nera che colpì la città di Pistoia nel 1348 e durante questo periodo molti dei ricoverati lasciarono per testamento i loro beni all'ospedale, il quale così si trovò, al termine dell'epidemia, proprietario di un vasto patrimonio immobiliare.

Il fregio di S. Buglioni illustra le sette opere di misericordia 
mentre i tondi furono eseguiti da G. della Robbia (XVI)


Secondo la leggenda, il nome deriva da un ceppo miracolosamente 

fiorito durante l' inverno, che secondo le indicazioni date da 

un'apparizione della Madonna, avrebbe mostrato il luogo in cui 
fondare l'ospedale ai pii coniugi Antimo e Bendinella. 
In alternativa si è pensato ad una derivazione del nome 
"ceppo" di castagno cavo, utilizzato per la raccolta delle offerte.


La scuola di medicina pistoiese 
venne fondata nel 1666 (fu chiusa nel 1844) , anche se lezioni di medicina
 si tenevano già dagli inizi del '500




il teatro anatomico costruito alla fine del XVIII
secolo in stile neoclassico 

Dall'antico Ospedale del Ceppo si accede infatti al museo di Pistoia Sotterranea, un percorso di circa 1200 km (di cui attualmente visitabili 650mt) attraverso il quale si può cogliere tutti gli aspetti di quella che poteva essere la vita dell'epoca ...una visita bilingue (italiano-tedesco) di cui conservo anche un divertente ricordo quindi : Vielen dank fur diese schone und unterhaltsamen Tour!







Presso la Chiesa di San Leone, a conclusione della giornata dedicata a Pistoia, (chiudendo, se vogliamo, un cerchio immaginario di connessioni), ad attenderci l'esposizione della "Visitazione" di Luca dell Robbia; uno dei protagonisti della scultura fiorentina del '400 (opera restaurata dall'Opificio di Firenze di cui è possibile inoltre visionare le fasi del restauro). Cornice stupenda, la Chiesa, per un opera dal forte valore emozionale.






domenica 16 ottobre 2016

CENTRO PECCI reopening "La Fine del Mondo"

"Il centro pecci raddoppia i suoi spazi espositivi grazie ad un progetto di ampliamento firmato dall'architetto Maurice Nio. La nuova ala abbraccerà (a conclusione dei lavori?) l'edificio esistente che verrà integralmente conservato e lasciato intatto con spazi riqualificati e potenziati."


"Un esposizione su oltre 3000mq di opere sospese tra un passato ormai lontanissimo e un futuro ancora distante...nonostante il titolo catastrofico "la fine del mondo" la mostra non vuole essere la rappresentazione di un futuro catastrofico imminente ma più una presa di coscienza della condizione di incertezza in cui versa il nostro mondo e riflessione sugli scenari che ci circondano."




Grande evento per la città di Prato, finalmente il Pecci riapre; era da un pò che aspettavo questo evento incuriosita da questo "mostro contemporaneo" ... così,  tra critiche ed apprezzamenti eccomi finalmente a Prato ad osservare con i miei occhi questa novità! 
Una bella giornata di sole, un bel pranzetto in centro città ed ecco, con una comodissima navetta appositamente messa a disposizione per il grande evento, giungere in viale della Repubblica, 277 ... uuhh ma che fermento!!!! Nonostante l'inaugurazione della tarda mattinata infatti, ad accoglierci c'è un inaspettata luuuunga fila di attesa!!!! ... ma per fortuna ad allietarci (a distanza) la presenza de " l'uomo albero" tra battute vedo non vedo, risatine, domande incuriosite e risposte che sconfinavano nella ricerca di logiche interpretative a volte un pò curiose...eccoci arrivare alla porta d'ingresso ... holè!   






Le opere più emozionanti









giovedì 4 agosto 2016

Visit Matera


Dove andiamo? A Matera!
428 km da parcorrere, 5.5 ore di viaggio...
si può fare!!!

Arrivati, la vista notturna su Matera è uno spettacolo
 che ci avvolge nella sua atmosfera sospesa nel tempo


Primo giorno visita dei sassi;
 il sole ci restituisce un'altra Matera altrettanto affascinante ... 
ci si perde tra i vicoli e le strade assolate circondati dal bianco accecante 
della pietra alla ricerca di Chiese rupestri e scorci suggestivi.


ore 12
 il sole comincia a farsi sempre più forte, il cappello non basta più ...
rifugiarsi in qualche Chiesa è una necessità ... oltre che un piacere!


La Cattedralspicca tra tutte le altre,essa fu edificata nella “civita”, il punto più alto e visibile della città, nel 1270. La facciata principale è rivolta verso la vallata del Sasso Barisano da cui si può godere di una bellissima vista della città. L’edificio è in stile romanico pugliese e presenta un esterno ricco di elementi fortemente simbolici che richiamano la vita spirituale dell’epoca...ma entrando (sorpresa!) appare evidente il contrasto con lo stile esterno; qui nulla è rimasto allo stato originario, eccetto pochi importanti affreschi ed i bei capitelli medioevali, nel seicento infatti sono stati aggiunti ovunque stucchi, decorazioni e manufatti in pietra calcarea dipinta di eccezionale fattura.

porta laterale:"porta di piazza" , in alto è presente un piccolo 
 bassorilievo rappresentante il profeta Abramo, padre delle tre religioni 
monoteistiche (Cristianesimo, Islamismo ed Ebraismo) che 
molto probabilmente vuole suggerire un'idea di fratellanza tra esse, 
messaggio rivolto alle comunità appartenenti alle tre religioni
 presenti nella città tra il XII e il XIV secolo.

affaccio sul sasso Barisiano

Sempre a caccia di refrigerio decidiamo di visitare la grande cisterna idrica della città nota con il nome di palombaro lungo; esso è uno degli elementi archittetonico-funzionali che caratterizza i Sassi e il territorio circostante e che meglio di altri esemplifica il processo di adattamento all'ambiente e al territorio.


ma l'anima di Matera a volte si perde per le strade piene di turisti 
e di operatori "squalo" che propongono tour o giri romantici della città ad ogni angolo ... 


così, sotto il sole battente ci intrufoliamo tra i vicoli per cercare,
 momenti di refrigerio ed allontanarci un pò dalle "zone di caccia"... 


arriviamo a  Casa Noha  
che ci restituisce in maniera impeccabile e poetica il vero senso della città 
 (un consiglio: dovrebbe essere la prima cosa da visitare a Matera)



 ...così le pietre, i portoni delle case ed ogni singolo elemento che incontriamo
 inizia a raccontarci una storia dimenticata, una storia densa di vicende umane




"Lucania 1961" Carlo Levi



Girando per Matera sembra proprio, come dicono in molti, 
di viaggiare nel tempo e nello spazio ...alcuni scorci ci riportano indietro nel tempo,
 in luoghi anche diversi e lontani...nei luoghi dei films che hanno dato pian piano visibilità a questa splendida città ma soprattutto alla sua storia 
rimasta per anni dimenticata ed accantonata




"Il vangelo secondo Matteo" Pasolini



Guardandosi poi attorno 
non si può non esser catturati dall'aspro paesaggio materano; 
la Murgia è difronte ai nostri occhi e ci rapisce e ci chiama ...
(per chi lo ha visto - un pò come "pic-nic a hanging rock!" 
... camminando verso la montagna sacra)



ma aspettiamo che il sole cali e che la luce del tramonto ci avvolga 
e ci doni quel pizzico di magia necessaria... 
la traversata del ponte ci attende, riusciranno i nostri eroi?
(con la giusta compagnia si affronta tutto e si gode meglio di ciò che ci circonda)



...di fronte ai nostri occhi ecco palesarsi una vista emozionante
che ci riempie il cuore di bellezza e di malinconica armonia ... 
un paesaggio dove natura e uomo si fondono in uno spazio sospeso nel tempo.




I giorni sono pochi e le cose da vedere tante  ... 
(quanti siete? dove andate? solo un fiorino!!!) e tanti sono i "fiorini" da sganciare ...
 ma ci rivedremo Matera, c'è ancora molto da scoprire!




 Castel del Monte era d'obbligo dato l'enorme fascino che suscita la sua struttura 
l'immaginazione vola grazie ad una visita guidata degna di nota che nonostante le stanze praticamente spoglie ha saputo rendere l'eleganza, l'armonia e lo straordinario ingegno matematico-architettonico di questa struttura che si pone a collegamento tra terra e cielo